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Lo shiatsu non è la soluzione agli attacchi di panico, i quali potrebbero avere origini traumatiche, ma può giocare un ruolo
importante all’interno di una rete professionale di supporto a un percorso di guarigione. Questo articolo si basa sull’esperienza in studio che ha portato a risultati positivi nella gestione di un disturbo molto impattante sulla vita quotidiana.
Lo shiatsu fa parte dei 22 metodi di terapia complementare riconosciuti a livello federale; ciò che accomuna questi metodi,
spesso molto diversi tra di loro, è la partenza e l’orientamento da e sul corpo. L’approccio corporeo, attraverso il tocco, è dunque la «porta di ingresso» al collegamento corpo-mente-emozioni che sappiamo essere imprescindibile.
La pelle è la parte del nostro corpo che per prima percepisce il tocco ed è in stretta connessione, già dalle fasi embrionali, con il sistema nervoso; quest’ultimo, tra le altre funzioni, è responsabile della regolazione dei livelli di stress. Proprio il famigerato stress è alla base di frequenti disturbi, sia di natura fisica sia emotiva, che ci troviamo spesso a fronteggiare.
Come lo shiatsu può agire sugli attacchi di panico? Innanzitutto, rilassando il corpo, attraverso la digitopressione in determinati punti collegati al sistema nervoso; questo processo va ad influire poi sulla calma mentale e su quella che possiamo definire «quiete meditativa», ovvero un rallentamento del flusso incessante di pensieri che ci allontana dal «qui e ora».
Ma c’è di più: le manovre di shiatsu producono una sensazione piacevole, di «liberazione»; questa gradevolezza può essere quindi trasferita al quotidiano, dove fare ogni giorno qualcosa per noi stessi rappresenta il primo passo verso il benessere e l’amore per la propria persona.
Un percorso terapeutico regolare può rafforzare la consapevolezza che tutti noi abbiamo risorse innate per gestire e superare
i problemi. Una rete professionale che includa vari tipi di supporto, come terapia complementare, psicoterapia, medicina
tradizionale e alternativa (elenco non esaustivo), è un modo efficace per affrontare in modo olistico questo disturbo dal quale è assolutamente possibile guarire.